Giovedì 23 giugno si è tenuta una call con il Mise, presenti i sindacati a livello Nazionale, Territoriale e come Coordinamento RSU, il responsabile HR Italtel, i rappresentanti delle regioni Lombardia, Lazio e Sicilia.
L’incontro
era volto a verificare la situazione Italtel a fronte anche, e non solo, delle
recenti negative novità riguardanti la controllante PSC (che ha avanzato
domanda di “Concordato con riserva” in Tribunale).
Il
responsabile HR Italtel ha brevemente riassunto le vicende degli ultimi anni
conclusesi con la nascita della NewCo a inizio aprile, i problemi economici
derivanti dagli investimenti ridotti sullo sviluppo della rete in Italia, i
turbamenti legati a fattori esogeni (la guerra, l’aumento del costo delle
materie prime, gli impatti a livello finanziario…) ed endogeni (i
persistenti difficili rapporti con Cisco
sul fronte forniture, l’emorragia di personale che ha lasciato Italtel: 200
persone negli ultimi anni, ben 70 da gennaio a maggio 2022).
Quanto
descritto ha determinato a livello aziendale risultati inferiori alle attese
con un fatturato nel 2021 di circa 260 milioni e previsioni peggiorative per il
2022.
Per farla breve, le problematicità
esposte portano l’azienda a dover dichiarare un aumento degli esuberi rispetto
a quanto scritto nel Piano Industriale presentato al Tribunale di Milano nella
richiesta di Concordato del 2021.
Per
Italtel si passerebbe dai 150 esuberi previsti a 200 con l’esigenza di
proseguire da subito con la CIGS (quella attuale termina a fine giugno). A
questo proposito la Società intenderebbe ricorrere alla CIGS per Crisi
(strumento messo a disposizione quest’anno dal Governo) della durata di 8 mesi.
La CIGS dovrebbe accompagnarsi a un piano di mobilità incentivata all’uscita in
modo da risolvere gradualmente, in tempi comunque rapidi, il problema esuberi.
A
domanda precisa Italtel ha confermato che al momento non è ancora pronto il
Piano Industriale (andrà in parte modificato visto quanto avvenuto in PSC),
Piano che dovrebbe essere presentato nelle prossime tre / quattro settimane.
Come
commentare una proposta simile?
Una richiesta di CIGS così come
avanzata è irricevibile!
Si
chiede ai lavoratori Italtel di subire i soliti, consueti, “inevitabili” tagli
della retribuzione senza che allo stato attuale l’Azienda abbia detto cosa
intenda fare per i prossimi anni. Una cassa sulla fiducia: ti sacrifichi ora e
ti dirò in seguito quale sarà il tuo destino.
Come
Sindacato abbiamo fatto presente a Italtel che in primis deve coinvolgere
sindacato e lavoratori nella definizione del Piano, chiarendo nei dettagli
quali saranno le attività, i prodotti, i servizi, i mercati sui quali Italtel vuole
puntare.
A
valle di questo si potrà discutere di livelli occupazionali, tenendo però conto
che:
· Italtel,
lo dice HR stessa, ha subito una fuoriuscita considerevole di personale negli
ultimi tempi, la maggior parte con alte qualifiche professionali oltre a figure
che la stessa Azienda riteneva in esubero (logica impone che queste vadano a decrementare
il numero di esuberi dichiarato)
· Un uso
pesante della CIGS va rifiutato perché otterrebbe l’effetto d’incentivare le
uscite di altri dipendenti verso aziende concorrenti la nostra
· Gli
ultimi 12 anni hanno visto Italtel ricorrere in continuazione ad ammortizzatori
per far fronte agli esuberi. Risultato? Personale più che dimezzato al pari del
fatturato e azienda ripetutamente in crisi. È mai accettabile che la stessa
indigeribile ricetta venga proposta anche a questo giro, quando Italtel post Concordato
è un’azienda che, pur non navigando nell’oro, è finanziariamente in una
condizione sostenibile?
Serve
un uso degli ammortizzatori sociali leggero accompagnato da un accordo per
esodi incentivati e a un impegno da parte Italtel per ricollocare (dopo
eventuale re-skilling) le persone valide che lavorano in azienda e che talvolta
sono sottoutilizzate. La causa del sottoutilizzo è dovuta, almeno in parte, a un’organizzazione
aziendale incompleta, dove l’irrigidimento delle tre BU è ostacolo all’utilizzo
trasversale e allo spostamento delle persone, visto non come opportunità di
sinergia a livello aziendale, ma di mero aumento dei costi. Alla faccia dell’efficienza!
Ricollocazione
dei dipendenti attuali e assunzioni di personale giovane con skill adeguati ai
nuovi trend che Italtel dichiara (a parole per ora, mancando un Piano
Industriale nero su bianco) di voler perseguire.
Al
MiSE abbiamo fatto presente che l’ingresso di PSC in Italtel non era volto al
solo salvataggio di quest’ultima, ma si inquadrava in un contesto più ampio,
con PSC come perno centrale di un Polo Nazionale dell’Impiantistica.
Il
Governo deve dare risposte chiare in merito, tanto più che Cassa Depositi e
Prestiti solo sei mesi fa, dicembre 2021, ha concesso un finanziamento di circa
40 milioni di euro a PSC. Che fine hanno fatto questi soldi? Il MiSE intende
farsi garante della nascita del Polo Nazionale con investimenti che vadano a vantaggio
dell’infrastruttura di TLC italiana e salvaguardino le aziende che se ne devono
occupare?
Il
Ministero ha promesso che a breve verranno riconvocate le parti per una
discussione che tenga conto non solo di PSC e Italtel ma in generale del mondo
delle TLC italiano.
Le
Regioni Lombardia, Lazio e Sicilia si sono dette disponibili per sostenere
Italtel, garantendo eventuali ammortizzatori sociali, a fronte della
presentazione del Piano Industriale da parte dell’Azienda (la regione Sicilia
per esempio dovrebbe coinvolgere Italtel nel piano Smartcom).
In
tutto questo, dulcis in fundo, segnaliamo la non partecipazione all’incontro
istituzionale del neo AD Italtel.
Per discutere della situazione, di cosa
fare, per avere un parere da parte dei colleghi è indetta un’assemblea
unitaria, dei tre siti di Milano, Roma e Carini, per martedì 28 giugno alle 16,
con la presenza dei Segretari Nazionali di FIM-FIOM-UILM.
Invieremo
a breve il link per potersi collegare.
FIM – FIOM – UILM Nazionali
Coordinamento RSU Italtel
27 giugno 2022
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