lunedì 27 giugno 2022

Incontro al MiSE del 23 giugno 2022

Giovedì 23 giugno si è tenuta una call con il Mise, presenti i sindacati a livello Nazionale, Territoriale e come Coordinamento RSU, il responsabile HR Italtel, i rappresentanti delle regioni Lombardia, Lazio e Sicilia.

L’incontro era volto a verificare la situazione Italtel a fronte anche, e non solo, delle recenti negative novità riguardanti la controllante PSC (che ha avanzato domanda di “Concordato con riserva” in Tribunale).

Il responsabile HR Italtel ha brevemente riassunto le vicende degli ultimi anni conclusesi con la nascita della NewCo a inizio aprile, i problemi economici derivanti dagli investimenti ridotti sullo sviluppo della rete in Italia, i turbamenti legati a fattori esogeni (la guerra, l’aumento del costo delle materie prime, gli impatti a livello finanziario…) ed endogeni (i persistenti  difficili rapporti con Cisco sul fronte forniture, l’emorragia di personale che ha lasciato Italtel: 200 persone negli ultimi anni, ben 70 da gennaio a maggio 2022).

Quanto descritto ha determinato a livello aziendale risultati inferiori alle attese con un fatturato nel 2021 di circa 260 milioni e previsioni peggiorative per il 2022.

Per farla breve, le problematicità esposte portano l’azienda a dover dichiarare un aumento degli esuberi rispetto a quanto scritto nel Piano Industriale presentato al Tribunale di Milano nella richiesta di Concordato del 2021.

Per Italtel si passerebbe dai 150 esuberi previsti a 200 con l’esigenza di proseguire da subito con la CIGS (quella attuale termina a fine giugno). A questo proposito la Società intenderebbe ricorrere alla CIGS per Crisi (strumento messo a disposizione quest’anno dal Governo) della durata di 8 mesi. La CIGS dovrebbe accompagnarsi a un piano di mobilità incentivata all’uscita in modo da risolvere gradualmente, in tempi comunque rapidi, il problema esuberi.

A domanda precisa Italtel ha confermato che al momento non è ancora pronto il Piano Industriale (andrà in parte modificato visto quanto avvenuto in PSC), Piano che dovrebbe essere presentato nelle prossime tre / quattro settimane.

Come commentare una proposta simile?

Una richiesta di CIGS così come avanzata è irricevibile!

Si chiede ai lavoratori Italtel di subire i soliti, consueti, “inevitabili” tagli della retribuzione senza che allo stato attuale l’Azienda abbia detto cosa intenda fare per i prossimi anni. Una cassa sulla fiducia: ti sacrifichi ora e ti dirò in seguito quale sarà il tuo destino.

Come Sindacato abbiamo fatto presente a Italtel che in primis deve coinvolgere sindacato e lavoratori nella definizione del Piano, chiarendo nei dettagli quali saranno le attività, i prodotti, i servizi, i mercati sui quali Italtel vuole puntare.

A valle di questo si potrà discutere di livelli occupazionali, tenendo però conto che:

· Italtel, lo dice HR stessa, ha subito una fuoriuscita considerevole di personale negli ultimi tempi, la maggior parte con alte qualifiche professionali oltre a figure che la stessa Azienda riteneva in esubero (logica impone che queste vadano a decrementare il numero di esuberi dichiarato)

 

· Un uso pesante della CIGS va rifiutato perché otterrebbe l’effetto d’incentivare le uscite di altri dipendenti verso aziende concorrenti la nostra

 

·  Gli ultimi 12 anni hanno visto Italtel ricorrere in continuazione ad ammortizzatori per far fronte agli esuberi. Risultato? Personale più che dimezzato al pari del fatturato e azienda ripetutamente in crisi. È mai accettabile che la stessa indigeribile ricetta venga proposta anche a questo giro, quando Italtel post Concordato è un’azienda che, pur non navigando nell’oro, è finanziariamente in una condizione sostenibile?

Serve un uso degli ammortizzatori sociali leggero accompagnato da un accordo per esodi incentivati e a un impegno da parte Italtel per ricollocare (dopo eventuale re-skilling) le persone valide che lavorano in azienda e che talvolta sono sottoutilizzate. La causa del sottoutilizzo è dovuta, almeno in parte, a un’organizzazione aziendale incompleta, dove l’irrigidimento delle tre BU è ostacolo all’utilizzo trasversale e allo spostamento delle persone, visto non come opportunità di sinergia a livello aziendale, ma di mero aumento dei costi. Alla faccia dell’efficienza!

Ricollocazione dei dipendenti attuali e assunzioni di personale giovane con skill adeguati ai nuovi trend che Italtel dichiara (a parole per ora, mancando un Piano Industriale nero su bianco) di voler perseguire.

Al MiSE abbiamo fatto presente che l’ingresso di PSC in Italtel non era volto al solo salvataggio di quest’ultima, ma si inquadrava in un contesto più ampio, con PSC come perno centrale di un Polo Nazionale dell’Impiantistica.

Il Governo deve dare risposte chiare in merito, tanto più che Cassa Depositi e Prestiti solo sei mesi fa, dicembre 2021, ha concesso un finanziamento di circa 40 milioni di euro a PSC. Che fine hanno fatto questi soldi? Il MiSE intende farsi garante della nascita del Polo Nazionale con investimenti che vadano a vantaggio dell’infrastruttura di TLC italiana e salvaguardino le aziende che se ne devono occupare?

Il Ministero ha promesso che a breve verranno riconvocate le parti per una discussione che tenga conto non solo di PSC e Italtel ma in generale del mondo delle TLC italiano.

Le Regioni Lombardia, Lazio e Sicilia si sono dette disponibili per sostenere Italtel, garantendo eventuali ammortizzatori sociali, a fronte della presentazione del Piano Industriale da parte dell’Azienda (la regione Sicilia per esempio dovrebbe coinvolgere Italtel nel piano Smartcom).

In tutto questo, dulcis in fundo, segnaliamo la non partecipazione all’incontro istituzionale del neo AD Italtel.

Per discutere della situazione, di cosa fare, per avere un parere da parte dei colleghi è indetta un’assemblea unitaria, dei tre siti di Milano, Roma e Carini, per martedì 28 giugno alle 16, con la presenza dei Segretari Nazionali di FIM-FIOM-UILM.

Invieremo a breve il link per potersi collegare.

 

FIM – FIOM – UILM Nazionali

Coordinamento RSU Italtel

27 giugno 2022

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