Martedì 26 luglio si è
svolta una call con il Ministero del Lavoro, i vertici Italtel, il Sindacato
Nazionale, Territoriale e il Coordinamento RSU, per l’esame congiunto sulla
richiesta di CIGS per crisi aziendale della durata di otto mesi avanzata dall’azienda.
Il Ministero del Lavoro ha
precisato che in realtà Italtel ha diritto a due CIGS distinte: la prima per il
solo mese d’agosto, la seconda per i rimanenti sette mesi partendo da settembre.
Rispetto
alla CIGS di settembre (e alla gestione esuberi dichiarata) ci siamo opposti a
qualsiasi discussione preliminare visto che abbiamo più volte sottolineato la
necessità di esaminare prima il Piano Industriale per poi fare le
considerazioni del caso sugli organici.
Per
questo motivo nell’incontro di martedì si è giunti a un accordo di massima per la
sola CIGS d’agosto che riguarderà 905 lavoratori.
I dettagli sulle percentuali
di applicazione della cassa, reparto per reparto, sono invece stati discussi
mercoledì 27 luglio direttamente fra Italtel e il Coordinamento RSU.
L’azienda ha proposto le seguenti percentuali medie:
Staff (Ceo, Audit, HR, Offering, Facility…) 18,5% (circa 4gg)
UBB 18,5% (circa 4gg)
Telco Media 23,1% (circa 5gg)
ONP 30% (circa 6gg)
P&PS 13,9% (circa 3gg)
Service Center 69% (circa 15gg)
Nell’incontro vi è stato un
acceso dibattito sulle percentuali presentate, in particolare per i 33 colleghi
del Service Center. Abbiamo fatto presente ad HR che il 69% è impraticabile,
altamente punitivo per un gruppo di persone già penalizzate negli ultimi anni.
Si è chiesto di tornare perlomeno alla percentuale di CIGS così come applicata
fino a giugno, il 50%, tenendo conto che la diminuzione della cassa, riferita
ad agosto per 33 persone, avrebbe comportato un aggravio per Italtel di soli
0,5 FTE.
Da
parte aziendale non vi è stata né un’apertura né la volontà di trovare una
soluzione condivisa.
Riteniamo quanto accaduto grave perché denota, al di là di un’affabilità nei toni e di una dichiarata disponibilità al confronto, un atteggiamento non costruttivo nelle relazioni sindacali: il rilancio di Italtel non può prescindere da una collaborazione di tutte le parti in causa con l’obiettivo, per noi fondamentale, di non penalizzare i lavoratori, coinvolgendoli al meglio nelle attività che si devono portare avanti.
In
questo senso riteniamo necessario che nei mesi a venire vi sia un confronto con
Italtel per risolvere in via definitiva il problema del Service Center. È
fondamentale vedersi, analizzare caso per caso, in modo da ricollocare i 33
colleghi e chiudere il reparto.
Tornando alla CIGS di
settembre l’Azienda si è impegnata a presentare il Piano Industriale il 3
agosto in modo da rivedersi al Ministero del Lavoro, per una trattativa a quel
punto basata su elementi più chiari, il 5 agosto.
Quello che ci preme
sottolineare da subito, come detto alla controparte, è che riteniamo sbagliata
e controproducente l’impostazione sul futuro ipotizzata dai vertici Italtel.
Non ha senso in un periodo
storico dove gli investimenti nel settore TLC sono elevati (PNRR), con la NewCo
“in bonis” (visto l’esito positivo della procedura concorsuale), improntare il
rilancio aziendale su ulteriori tagli.
Serve investire su Italtel,
su chi vi lavora, su chi dovrebbe lavorarci (nuove assunzioni): la navigazione
a vista, votata al mero risparmio nell’immediato, sarebbe presupposto perfetto
per un insuccesso.
Quanto
detto in precedenza per il Service Center è quindi applicabile all’intera
popolazione aziendale: chiediamo a Italtel di impegnarsi per un dialogo
costante e continuo con il Sindacato in modo da analizzare reparto per reparto
quali siano i carichi di lavoro in essere, nell’ottica di ottimizzare il
commitment dei lavoratori (per esempio ricorrendo a ricollocazioni
interne dei colleghi, che si trovano scarichi di lavoro, verso aree che al
contrario evidenziano un sottodimensionamento nell’organico).
Fim – Fiom – Uilm Nazionali
Coordinamento Nazionale RSU Italtel
28 luglio 2022
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