lunedì 19 settembre 2022

Piano Industriale e CIGS

Dopo l’assemblea della settimana scorsa vogliamo fare un riepilogo della situazione.

Il 3 agosto l’AD Di Salvo, in call con il Ministero dello Sviluppo Economico, ha presentato il Piano Industriale al Coordinamento FIM-FIOM-UILM Nazionale Italtel, alle RSU Nazionali Italtel e ai rappresentanti delle regioni Lazio, Lombardia e Sicilia.

Il nuovo Piano Industriale 2022-2026 sembra una rivisitazione del precedente per quanto riguarda criticità, possibili soluzioni… seppur con un’analisi più approfondita e, si spera, realistica degli obiettivi da perseguire.

Le criticità individuate riguardano:

  • la forte dipendenza dai clienti Telco (TIM, Fastweb, Telefonica…)
  • la forte dipendenza sui prodotti a basso margine
  • la Ricerca e Sviluppo focalizzata sul mercato Telco
  • la forte dipendenza da Cisco
  • la Banda Ultra Larga con soli due clienti, incerti e incostanti
  • la forza lavoro sovradimensionata


Il Piano Industriale prevede azioni per risolvere tali criticità, quali:

  • la ricerca di nuovi clienti
  • un catalogo prodotti e soluzioni con margini più elevati, diversificato e con tecnologie non esclusivamente Cisco
  • partnership con altri fornitori (e relative certificazioni)
  • la Ricerca e Sviluppo focalizzata su nuovi ambiti al di là del mondo Telco
  • la riduzione del costo del lavoro

Le linee di offerta innovative per Italtel riguarderanno: Cloud, Cybersecurity, 5G, IOT, Analitycs & Automation. In più, le capacità di progettazione per la Banda Ultra Larga dovrebbero essere proposte ad altri operatori e clienti all’estero. Si prevede inoltre un ricambio del personale con l’ingresso di nuove risorse.

Quello che non è stato esplicitato e non è chiaro è come realizzare tutto ciò.

Con quale organizzazione?

Dallo scorso anno siamo fermi alle 3 BU e a una TU, con la sola ufficializzazione dei primi livelli. Cosa si è deciso rispetto alle aree e ai gruppi sottostanti? Quali competenze, quali funzioni, quali mandati hanno? In quale flusso aziendale si collocano e come si relazionano fra loro?

Attualmente le 3 BU sembrano impostate come tre aziende separate, verticalizzate, ognuna con un proprio bilancio e una supposta autonomia operativa. In realtà non è così e informalmente i lavoratori e alcuni responsabili provano a colmare le mancanze di competenze, di conoscenze e di risorse della propria BU cercando collaborazione, ove possibile, con i lavoratori di un’altra.

L’ultimo grosso punto riguarda il numero di lavoratori che per l’azienda risulta sovradimensionato.

Italtel ha confermato i 200 esuberi nonostante le numerose e significative uscite da lei stessa dichiarate. Di questi 200, 57 sono considerati pensionabili mentre i restanti 143 saranno esuberi da gestire in vario modo; su questi argomenti la discussione dovrà riprendere a breve con la premessa dichiarazione aziendale che si utilizzeranno strumenti non traumatici.

In breve, l’azienda vorrebbe affrontare gli esuberi con:

  • ricollocazione interna in altri ambiti
  • formazione su nuovi filoni tecnologici e certificazioni su nuovi partner commerciali
  • ricollocazione verso altri partner commerciali
  • outplacement con percorsi formativi, con la partecipazione di organi pubblici istituzionali, per intraprendere nuovi lavori o attività
  • incentivi per uscite volontarie

 

Il Piano Industriale prevede uno “svecchiamento” (l’età media è di 52 anni) e per il 2026 un assestamento a 850 dipendenti e un piano assunzioni nell’arco dei primi tre anni di 115 profili.

Per quanto riguarda i dati economici è previsto un costante aumento del fatturato e dei margini con la contestuale riduzione del costo del lavoro.

Non vi sarà immissione di liquidità da parte degli azionisti: Italtel dovrà trovare un equilibrio finanziario in modo autonomo.

Dopo l’incontro del 3 agosto si è avuto quello del 5 agosto, in call con il Ministero del Lavoro e il MiSE, fra HR Italtel, il Coordinamento FIM-FIOM-UILM Nazionale Italtel e le RSU Nazionali Italtel per discutere della richiesta di CIGS, avanzata da Italtel, per il periodo settembre 2022 - marzo 2023.

È stata una discussione molto difficile con rigidità da parte aziendale; è importante che come Sindacato si sia riuscito a fissare dei limiti sulla percentuale massima di CIGS e a ottenere una verifica mensile della CIGS applicata dall’Azienda. Questo anche in previsione della discussione sulla gestione degli esuberi e sulle uscite che dovremo affrontare a breve.

Per quanto riguarda la CIGS, l’accordo che si è raggiunto prevede le sottostanti percentuali medie, raggiungibili per area, e il carico massimo per singolo lavoratore; tali percentuali sono da intendersi come limiti massimi se le attività o la situazione Italtel non dovesse essere in linea con quanto previsto nel Piano Industriale.

Una nota particolare riguarda la UBB la cui percentuale di CIGS potrebbe aumentare di molto se non si conseguiranno commesse per la cablatura delle cosiddette Aree Grigie.

Area

Perc. media area

Perc. massima individuale

Staff CEO

18,50%

28,00%

Internal Audit & Compliance Office

18,50%

28,00%

Human Resource & Organization

18,50%

28,00%

Chief Financial Office

18,50%

28,00%

Pertnership, Technology & Communication

18,50%

28,00%

Offering & Project Management

18,50%

28,00%

BU Private & Public Sector

13,90%

23,00%

BU Telco Media & Cloud Provider

23,10%

32,00%

TU Open Network & Platform

30,00%

35,00%

Service Center

69,00%

69,00%

Ultra Broad Band

18,50% -> 50,00%

28,00% -> 60,00%

 

Non abbiamo ottenuto per la CIGS la piena maturazione dei ratei (ferie, PAR, tredicesima) per cui i ratei mensili verranno riproporzionati in base alla quantità di Cassa effettuata. L’azienda si è però impegnata ad anticipare gli importi INPS della CIGS.

Nell’incontro abbiamo più volte ribadito l’eccessiva percentuale di CIGS (soprattutto riguardo al Service Center) che, oltre a pesare economicamente sui lavoratori, rischia di immobilizzare l’azienda anche in prospettiva di una ripresa del numero di ordini e di contratti attesi (normalmente aumentano a fine anno).

Si è anche fatto notare che ridurre drasticamente e in tempi rapidi l’organico senza una necessaria ridistribuzione delle attività e delle conoscenze, impoverisce l’operatività di Italtel; anche la dichiarazione positiva di assunzioni di giovani nuove figure rischia di essere inutile se non accompagnata da periodi di affiancamento con il personale in organico, portatore di conoscenze e know-how consolidato. In parole povere, serve un ricambio che arricchisca il patrimonio di competenze Italtel ma deve essere fatto in modo mirato e in tempi adeguati senza sguarnire le aree, mettendone a rischio l’operatività.

Ci saremmo aspettati, e abbiamo chiesto, un segnale da parte aziendale di cambiamento e rilancio che potesse essere colto dai lavoratori, ma la richiesta dell’ulteriore CIGS (al pari della dichiarazione di esuberi), è un segnale di amara continuità con la storia degli ultimi 10 anni di Italtel.

Nel Piano Industriale l’A.D. ci ha illustrato quanto descritto in questo comunicato, con un’esposizione dettagliata su fatturati, margini, che la nuova Italtel realizzerà.

A nostro avviso, da parte del management manca del tutto la valutazione di quanto una forza lavoro motivata, non sottoposta a cassa integrazione, non definita “vecchia” o in esubero, possa rendere.

La sensazione è di uno scollamento fra i vertici Italtel e i “piani bassi”, come se i primi non fossero consapevoli del clima di sfiducia, disillusione, della propensione ad andarsene (le continue dimissioni sono un segnale preoccupante), che vivono i secondi. È realistico pensare di raggiungere gli obiettivi del Piano Industriale in un contesto lavorativo simile?

Serviva, serve, maggior coraggio nel prospettare il futuro della “nuova Italtel”, partendo dalla valorizzazione delle persone e non dalla riproposizione degli ennesimi sacrifici, unica certezza nel presente. Sul futuro, come si dice, chi vivrà…

 

Coordinamento RSU Italtel

15 settembre 2022

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