lunedì 2 novembre 2020

Incontro al MiSE del 30 ottobre 2020

Venerdì 30 ottobre si è tenuta una videocall fra il Coordinamento Nazionale RSU, le Strutture Sindacali Territoriali e Nazionali, il MiSE (alla presenza della Sottosegretaria Todde), i rappresentanti delle Regioni Lombardia, Lazio, Sicilia, i vertici Italtel (Presidente e AD), il Presidente del principale azionista (Exprivia), l’AD dell’azionista di minoranza (Cisco), il Presidente del Gruppo PSC. 

L’AD Italtel ha brevemente riassunto gli avvenimenti delle ultime settimane in particolare quanto accaduto a valle dell’offerta vincolante presentata dal Gruppo PSC per acquisire l’intera Italtel. Nelle tre settimane intercorse fra il 25 settembre e il 15 ottobre PSC ha definito il Piano Industriale per Italtel e avanzato una prima bozza di accordo ristrutturazione debiti da sottoporre ai creditori. 

Italtel dal canto suo, non potendo realisticamente essere pronta per presentare domanda di Omologa presso il Tribunale di Milano nei tempi previsti dalla legge (scadenza 7 novembre), ricorrerà all’art. 186 del Codice Fallimentare, con domanda al Tribunale di un Concordato in Continuità Aziendale con Assuntore e Affitto d’Azienda: in pratica il Gruppo PSC farà da garante per Italtel permettendole di proseguire con le proprie attività. 

L’azienda ha inoltre chiesto una ulteriore dilazione temporale (per legge fino a tre mesi) della Prenotativa. 

Lo scopo è, nelle settimane che verranno, di avere l’avvallo del Piano Industriale e del Piano Ristrutturazione Debiti da parte prima del Consiglio di Amministrazione e poi di un esperto indipendente e di ottenere dal Tribunale, indicativamente a metà dicembre, il via libera all’affitto da parte di PSC. 

Il periodo di affitto dovrebbe chiudersi verosimilmente dopo l’estate 2021 e portare all’accordo definitivo di ristrutturazione del debito con ricorso all’Omologa (art.182 bis) così come avvenuto nel 2012 e 2017. 

Nei mesi di affitto verrà alla luce una New Company, una “nuova Italtel”, con la presenza del gruppo PSC e di TIM (il Presidente di PSC ha confermato le indiscrezioni di stampa, vedi articolo recente del Sole24Ore). 

Fra l’altro, nelle intenzioni di PSC, l’acquisizione Italtel si inserisce in un progetto più ampio che dovrebbe chiudersi con la nascita di un grande polo italiano delle infrastrutture che vedrà al suo interno la partecipazione diretta di Cassa Depositi e Prestiti. 

Il Presidente PSC ha confermato che è loro intenzione investire su Italtel non solo a conclusione del processo di salvataggio, ma a partire già dai mesi prossimi, perché solo un’Italtel pienamente operativa potrà contribuire al conseguimento dei risultati economici che il Piano Industriale prevede (nel giro di due anni PSC e Italtel insieme dovrebbero raggiungere il miliardo di fatturato e una forza lavoro di 4500 dipendenti). 

Nella call sono poi intervenuti gli azionisti. 

Entrambi hanno espresso apprezzamento per l’operazione in atto sottolineando però la forte criticità del momento e il rischio che il percorso di salvataggio Italtel, in assenza di una proroga concessa dal Tribunale, possa fallire. 

L’AD Cisco ha ribadito che la sua azienda ha continuato a garantire l’operatività Italtel in modo che l’impasse di questi mesi non incidesse nei rapporti fra Italtel e i clienti (è però vero, come ammesso dall’AD Italtel, che la nostra società utilizza fornitori differenti da Cisco per il reperimento di materiale tecnico, necessario a sostenere i progetti e le soluzioni da fornire ai clienti stessi). 

Come Sindacato abbiamo chiesto maggiori dettagli su quanto enunciatoci dai soggetti presenti insistendo con il MiSE perché il governo abbia un ruolo attivo nella vicenda. 

Riteniamo non esaustive le risposte avute. 

L’incontro di oggi non rassicura del tutto sulla possibilità per Italtel di risolvere in modo positivo la propria delicata posizione. 

Abbiamo capito che perlomeno fino a metà dicembre non vi saranno indicazioni chiare sul Piano Industriale, sull’accordo coi creditori, su eventuali ricadute occupazionali (oggi non se ne è parlato). 

La sensazione avuta è che la call sia stata almeno in parte usata dagli interlocutori presenti (azionisti, management, futuri proprietari) come terreno di contrapposizione dialettica fra le parti e non come momento per fare un passo deciso in avanti a favore del futuro di Italtel e dei suoi dipendenti. 

Il MiSE ha promesso la convocazione di un tavolo dopo la presentazione del Piano Industriale e dell’accordo ristrutturazione del debito.

Ci auguriamo che in quell’occasione non solo si chiariscano i dubbi ancora aperti ma che si delinei in concreto il salvataggio dell’azienda 

Fim – Fiom – Uilm Nazionali

Coordinamento Nazionale RSU gruppo Italtel

2 novembre 2020 

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