Dal 3 novembre è online Forza Lavoro:
venerdì 4 novembre 2022
Forza Lavoro è online
giovedì 20 ottobre 2022
CIGS, Videosorveglianza, Rozzano
Giovedì 13 ottobre si è svolto l’incontro tra l’azienda e la RSU di Milano per discutere i seguenti temi:
- analisi
dati CIGS di agosto, settembre e ottobre
- attivazione
videosorveglianza degli uffici di Caldera
- trasferimento
di alcuni lavoratori nella nuova sede di Rozzano
In merito alla cassa integrazione, i dati consuntivi
dei 2 mesi passati e quelli previsionali di ottobre evidenziano un ricorso
medio alla CIGS, per tutti i reparti (eccettuata la UBB, per la quale si
attende lo sblocco delle commesse legate alle Aree Grigie), inferiore alla
media prevista nell’accordo sottoscritto i primi di agosto.
Alcuni dati esemplificativi,
per reparto:
PPS
CIGS
media mensile prevista nell’accordo 3 gg
CIGS
applicata a settembre 1,3 gg
CIGS prevista in ottobre 1 giorno
Telco & Media
CIGS
media mensile prevista nell’accordo 5 gg
CIGS
applicata a settembre 2,7 gg
CIGS prevista in ottobre 2,6 gg
ONP
CIGS
media mensile prevista nell’accordo 6,5 gg
CIGS
applicata a settembre 3 gg
CIGS prevista in ottobre 3 gg
UBB
CIGS
media mensile prevista nell’accordo 4 gg
CIGS
applicata a settembre 5,1 gg
CIGS prevista in ottobre 4,6 gg
I
numeri parlano da soli: il lavoro in Italtel non manca, come sosteniamo da
tempo.
La
CIGS copre da settembre 2022 a marzo 2023 il costo dei 200 esuberi dichiarati
dall’azienda, ma la CIGS reale, è applicata in misura nettamente inferiore alle
previsioni aziendali.
Se
le percentuali di CIGS del periodo agosto-ottobre troveranno conferma nei mesi
successivi, e se proseguirà l’esodo dei colleghi, andrà rivista la
quantificazione degli esuberi dichiarata dal management (o
dobbiamo credere che il ricorso “light” della CIGS sia dovuto a una scelta
buonista da parte aziendale?).
Il secondo tema all’ordine del giorno era legato
all’installazione e successiva attivazione di un impianto di videosorveglianza a circuito chiuso
per garantire la sicurezza dei lavoratori, assicurare la tutela del patrimonio
aziendale garantendo il controllo degli accessi negli uffici di Caldera e prevenendo
eventuali comportamenti illeciti.
L’impianto registrerà
le immagini negli orari di chiusura degli uffici (dalle ore 19.30 alle 7.00 nei
giorni feriali e dalle 00:00 alle 24:00 nei festivi), le registrazioni saranno
conservate, come previsto dalla legge, 48 ore nei giorni feriali e 72 ore nel
fine settimana. La rilevazione avverrà in conformità alle norme vigenti e nel
rispetto del principio di tutela della dignità e riservatezza dei lavoratori.
La RSU si è dichiarata favorevole ed è stato concordato che l’azienda informerà tutto il personale prima della messa in funzione dell’impianto.
Infine, sul trasferimento a Rozzano di 54 lavoratori, l’Azienda ci ha comunicato
che lo stesso avverrà nelle prossime settimane, essendo giunti a conclusioni i
lavori di predisposizione degli uffici.
Sui trasferimenti il
CCNL prevede la sola comunicazione da parte aziendale ai lavoratori.
Come Sindacato abbiamo
avanzato alcune richieste sia di carattere economico, quali accordi con
ristoratori locali per ridurre il costo del pranzo, seguendo l’esempio della
convenzione con MyChef, e un’integrazione in busta paga, sia logistico (il
numero di scrivanie presenti, la mancanza di rapporti umani con la restante
parte dell’azienda).
L’Azienda ha risposto
con 300€ di “una tantum” welfare, proposta che riteniamo insufficiente.
La discussione riprenderà nei prossimi giorni visto che tutti i punti sollevati sono ancora aperti, con la speranza di trovare un’intesa che riesca a soddisfare le esigenze d’entrambe le parti.
RSU
Italtel Milano
17 ottobre 2022
lunedì 19 settembre 2022
Piano Industriale e CIGS
Dopo l’assemblea della settimana scorsa vogliamo fare un riepilogo della situazione.
Il 3 agosto l’AD Di Salvo, in
call con il Ministero dello Sviluppo Economico, ha presentato il Piano
Industriale al Coordinamento FIM-FIOM-UILM Nazionale Italtel, alle RSU
Nazionali Italtel e ai rappresentanti delle regioni Lazio, Lombardia e Sicilia.
Il nuovo Piano Industriale 2022-2026
sembra una rivisitazione del precedente per quanto riguarda criticità, possibili
soluzioni… seppur con un’analisi più approfondita e, si spera, realistica degli
obiettivi da perseguire.
Le criticità individuate riguardano:
- la forte dipendenza dai clienti Telco (TIM, Fastweb, Telefonica…)
- la forte dipendenza sui prodotti a basso margine
- la Ricerca e Sviluppo focalizzata sul mercato Telco
- la forte dipendenza da Cisco
- la Banda Ultra Larga con soli due clienti, incerti e incostanti
- la forza lavoro sovradimensionata
Il Piano Industriale prevede
azioni per risolvere tali criticità, quali:
- la ricerca di nuovi clienti
- un catalogo prodotti e soluzioni con margini più elevati, diversificato e con tecnologie non esclusivamente Cisco
- partnership con altri fornitori (e relative certificazioni)
- la Ricerca e Sviluppo focalizzata su nuovi ambiti al di là del mondo Telco
- la riduzione del costo del lavoro
Le linee di offerta
innovative per Italtel riguarderanno: Cloud, Cybersecurity, 5G, IOT, Analitycs
& Automation. In più, le capacità di progettazione per la Banda Ultra Larga
dovrebbero essere proposte ad altri operatori e clienti all’estero. Si prevede
inoltre un ricambio del personale con l’ingresso di nuove risorse.
Quello che non è stato
esplicitato e non è chiaro è come realizzare tutto ciò.
Con quale organizzazione?
Dallo scorso anno siamo
fermi alle 3 BU e a una TU, con la sola ufficializzazione dei primi livelli.
Cosa si è deciso rispetto alle aree e ai gruppi sottostanti? Quali competenze, quali
funzioni, quali mandati hanno? In quale flusso aziendale si collocano e come si
relazionano fra loro?
Attualmente le 3 BU sembrano
impostate come tre aziende separate, verticalizzate, ognuna con un proprio
bilancio e una supposta autonomia operativa. In realtà non è così e
informalmente i lavoratori e alcuni responsabili provano a colmare le mancanze
di competenze, di conoscenze e di risorse della propria BU cercando collaborazione,
ove possibile, con i lavoratori di un’altra.
L’ultimo grosso punto
riguarda il numero di lavoratori che per l’azienda risulta sovradimensionato.
Italtel
ha confermato i 200 esuberi nonostante le numerose e significative uscite da
lei stessa dichiarate. Di questi 200, 57 sono considerati pensionabili mentre i
restanti 143 saranno esuberi da gestire in vario modo; su questi argomenti la
discussione dovrà riprendere a breve con la premessa dichiarazione aziendale
che si utilizzeranno strumenti non traumatici.
In breve, l’azienda vorrebbe affrontare gli esuberi con:
- ricollocazione interna in altri ambiti
- formazione su nuovi filoni tecnologici e certificazioni su nuovi partner commerciali
- ricollocazione verso altri partner commerciali
- outplacement con percorsi formativi, con la partecipazione di organi pubblici istituzionali, per intraprendere nuovi lavori o attività
- incentivi per uscite volontarie
Il Piano Industriale prevede
uno “svecchiamento” (l’età media è di 52 anni) e per il 2026 un assestamento a
850 dipendenti e un piano assunzioni nell’arco dei primi tre anni di 115 profili.
Per quanto riguarda i dati
economici è previsto un costante aumento del fatturato e dei margini con la
contestuale riduzione del costo del lavoro.
Non
vi sarà immissione di liquidità da parte degli azionisti: Italtel dovrà trovare
un equilibrio finanziario in modo autonomo.
Dopo l’incontro del 3 agosto
si è avuto quello del 5 agosto, in call con il Ministero del Lavoro e il MiSE,
fra HR Italtel, il Coordinamento FIM-FIOM-UILM Nazionale Italtel e le RSU
Nazionali Italtel per discutere della richiesta di CIGS, avanzata da Italtel,
per il periodo settembre 2022 - marzo 2023.
È
stata una discussione molto difficile con rigidità da parte aziendale; è
importante che come Sindacato si sia riuscito a fissare dei limiti sulla
percentuale massima di CIGS e a ottenere una verifica mensile della CIGS
applicata dall’Azienda. Questo anche in previsione della
discussione sulla gestione degli esuberi e sulle uscite che dovremo affrontare
a breve.
Per quanto riguarda la CIGS,
l’accordo che si è raggiunto prevede le sottostanti percentuali medie,
raggiungibili per area, e il carico massimo per singolo lavoratore; tali
percentuali sono da intendersi come limiti massimi se le attività o la
situazione Italtel non dovesse essere in linea con quanto previsto nel Piano
Industriale.
Una nota particolare
riguarda la UBB la cui percentuale di CIGS potrebbe aumentare di molto se non si
conseguiranno commesse per la cablatura delle cosiddette Aree Grigie.
Area |
Perc. media area |
Perc. massima individuale |
Staff
CEO |
18,50% |
28,00% |
Internal
Audit & Compliance Office |
18,50% |
28,00% |
Human
Resource & Organization |
18,50% |
28,00% |
Chief
Financial Office |
18,50% |
28,00% |
Pertnership,
Technology & Communication |
18,50% |
28,00% |
Offering
& Project Management |
18,50% |
28,00% |
BU
Private & Public Sector |
13,90% |
23,00% |
BU
Telco Media & Cloud Provider |
23,10% |
32,00% |
TU
Open Network & Platform |
30,00% |
35,00% |
Service
Center |
69,00% |
69,00% |
Ultra
Broad Band |
18,50%
-> 50,00% |
28,00%
-> 60,00% |
Non
abbiamo ottenuto per la CIGS la piena maturazione dei ratei (ferie, PAR,
tredicesima) per cui i ratei mensili verranno riproporzionati in base alla
quantità di Cassa effettuata. L’azienda si è però impegnata ad anticipare gli
importi INPS della CIGS.
Nell’incontro abbiamo più
volte ribadito l’eccessiva percentuale di CIGS (soprattutto riguardo al Service
Center) che, oltre a pesare economicamente sui lavoratori, rischia di
immobilizzare l’azienda anche in prospettiva di una ripresa del numero di
ordini e di contratti attesi (normalmente aumentano a fine anno).
Si
è anche fatto notare che ridurre drasticamente e in tempi rapidi l’organico
senza una necessaria ridistribuzione delle attività e delle conoscenze, impoverisce
l’operatività di Italtel; anche la dichiarazione positiva di
assunzioni di giovani nuove figure rischia di essere inutile se non accompagnata
da periodi di affiancamento con il personale in organico, portatore di
conoscenze e know-how consolidato. In parole povere, serve un ricambio che
arricchisca il patrimonio di competenze Italtel ma deve essere fatto in modo
mirato e in tempi adeguati senza sguarnire le aree, mettendone a rischio l’operatività.
Ci saremmo aspettati, e abbiamo chiesto, un segnale da parte aziendale di cambiamento e rilancio che potesse essere colto dai lavoratori, ma la richiesta dell’ulteriore CIGS (al pari della dichiarazione di esuberi), è un segnale di amara continuità con la storia degli ultimi 10 anni di Italtel.
Nel Piano Industriale l’A.D.
ci ha illustrato quanto descritto in questo comunicato, con un’esposizione
dettagliata su fatturati, margini, che la nuova Italtel realizzerà.
A
nostro avviso, da parte del management manca del tutto la valutazione di quanto
una forza lavoro motivata, non sottoposta a cassa integrazione, non definita
“vecchia” o in esubero, possa rendere.
La sensazione è di uno
scollamento fra i vertici Italtel e i “piani bassi”, come se i primi non
fossero consapevoli del clima di sfiducia, disillusione, della propensione ad
andarsene (le continue dimissioni sono un segnale preoccupante), che vivono i
secondi. È realistico pensare di raggiungere gli obiettivi del Piano
Industriale in un contesto lavorativo simile?
Serviva, serve, maggior
coraggio nel prospettare il futuro della “nuova Italtel”, partendo dalla
valorizzazione delle persone e non dalla riproposizione degli ennesimi
sacrifici, unica certezza nel presente. Sul futuro, come si dice, chi vivrà…
Coordinamento
RSU Italtel
15
settembre 2022
giovedì 28 luglio 2022
CIGS di agosto
Martedì 26 luglio si è
svolta una call con il Ministero del Lavoro, i vertici Italtel, il Sindacato
Nazionale, Territoriale e il Coordinamento RSU, per l’esame congiunto sulla
richiesta di CIGS per crisi aziendale della durata di otto mesi avanzata dall’azienda.
Il Ministero del Lavoro ha
precisato che in realtà Italtel ha diritto a due CIGS distinte: la prima per il
solo mese d’agosto, la seconda per i rimanenti sette mesi partendo da settembre.
Rispetto
alla CIGS di settembre (e alla gestione esuberi dichiarata) ci siamo opposti a
qualsiasi discussione preliminare visto che abbiamo più volte sottolineato la
necessità di esaminare prima il Piano Industriale per poi fare le
considerazioni del caso sugli organici.
Per
questo motivo nell’incontro di martedì si è giunti a un accordo di massima per la
sola CIGS d’agosto che riguarderà 905 lavoratori.
I dettagli sulle percentuali
di applicazione della cassa, reparto per reparto, sono invece stati discussi
mercoledì 27 luglio direttamente fra Italtel e il Coordinamento RSU.
L’azienda ha proposto le seguenti percentuali medie:
Staff (Ceo, Audit, HR, Offering, Facility…) 18,5% (circa 4gg)
UBB 18,5% (circa 4gg)
Telco Media 23,1% (circa 5gg)
ONP 30% (circa 6gg)
P&PS 13,9% (circa 3gg)
Service Center 69% (circa 15gg)
Nell’incontro vi è stato un
acceso dibattito sulle percentuali presentate, in particolare per i 33 colleghi
del Service Center. Abbiamo fatto presente ad HR che il 69% è impraticabile,
altamente punitivo per un gruppo di persone già penalizzate negli ultimi anni.
Si è chiesto di tornare perlomeno alla percentuale di CIGS così come applicata
fino a giugno, il 50%, tenendo conto che la diminuzione della cassa, riferita
ad agosto per 33 persone, avrebbe comportato un aggravio per Italtel di soli
0,5 FTE.
Da
parte aziendale non vi è stata né un’apertura né la volontà di trovare una
soluzione condivisa.
Riteniamo quanto accaduto grave perché denota, al di là di un’affabilità nei toni e di una dichiarata disponibilità al confronto, un atteggiamento non costruttivo nelle relazioni sindacali: il rilancio di Italtel non può prescindere da una collaborazione di tutte le parti in causa con l’obiettivo, per noi fondamentale, di non penalizzare i lavoratori, coinvolgendoli al meglio nelle attività che si devono portare avanti.
In
questo senso riteniamo necessario che nei mesi a venire vi sia un confronto con
Italtel per risolvere in via definitiva il problema del Service Center. È
fondamentale vedersi, analizzare caso per caso, in modo da ricollocare i 33
colleghi e chiudere il reparto.
Tornando alla CIGS di
settembre l’Azienda si è impegnata a presentare il Piano Industriale il 3
agosto in modo da rivedersi al Ministero del Lavoro, per una trattativa a quel
punto basata su elementi più chiari, il 5 agosto.
Quello che ci preme
sottolineare da subito, come detto alla controparte, è che riteniamo sbagliata
e controproducente l’impostazione sul futuro ipotizzata dai vertici Italtel.
Non ha senso in un periodo
storico dove gli investimenti nel settore TLC sono elevati (PNRR), con la NewCo
“in bonis” (visto l’esito positivo della procedura concorsuale), improntare il
rilancio aziendale su ulteriori tagli.
Serve investire su Italtel,
su chi vi lavora, su chi dovrebbe lavorarci (nuove assunzioni): la navigazione
a vista, votata al mero risparmio nell’immediato, sarebbe presupposto perfetto
per un insuccesso.
Quanto
detto in precedenza per il Service Center è quindi applicabile all’intera
popolazione aziendale: chiediamo a Italtel di impegnarsi per un dialogo
costante e continuo con il Sindacato in modo da analizzare reparto per reparto
quali siano i carichi di lavoro in essere, nell’ottica di ottimizzare il
commitment dei lavoratori (per esempio ricorrendo a ricollocazioni
interne dei colleghi, che si trovano scarichi di lavoro, verso aree che al
contrario evidenziano un sottodimensionamento nell’organico).
Fim – Fiom – Uilm Nazionali
Coordinamento Nazionale RSU Italtel
28 luglio 2022
lunedì 27 giugno 2022
Incontro al MiSE del 23 giugno 2022
Giovedì 23 giugno si è tenuta una call con il Mise, presenti i sindacati a livello Nazionale, Territoriale e come Coordinamento RSU, il responsabile HR Italtel, i rappresentanti delle regioni Lombardia, Lazio e Sicilia.
L’incontro
era volto a verificare la situazione Italtel a fronte anche, e non solo, delle
recenti negative novità riguardanti la controllante PSC (che ha avanzato
domanda di “Concordato con riserva” in Tribunale).
Il
responsabile HR Italtel ha brevemente riassunto le vicende degli ultimi anni
conclusesi con la nascita della NewCo a inizio aprile, i problemi economici
derivanti dagli investimenti ridotti sullo sviluppo della rete in Italia, i
turbamenti legati a fattori esogeni (la guerra, l’aumento del costo delle
materie prime, gli impatti a livello finanziario…) ed endogeni (i
persistenti difficili rapporti con Cisco
sul fronte forniture, l’emorragia di personale che ha lasciato Italtel: 200
persone negli ultimi anni, ben 70 da gennaio a maggio 2022).
Quanto
descritto ha determinato a livello aziendale risultati inferiori alle attese
con un fatturato nel 2021 di circa 260 milioni e previsioni peggiorative per il
2022.
Per farla breve, le problematicità
esposte portano l’azienda a dover dichiarare un aumento degli esuberi rispetto
a quanto scritto nel Piano Industriale presentato al Tribunale di Milano nella
richiesta di Concordato del 2021.
Per
Italtel si passerebbe dai 150 esuberi previsti a 200 con l’esigenza di
proseguire da subito con la CIGS (quella attuale termina a fine giugno). A
questo proposito la Società intenderebbe ricorrere alla CIGS per Crisi
(strumento messo a disposizione quest’anno dal Governo) della durata di 8 mesi.
La CIGS dovrebbe accompagnarsi a un piano di mobilità incentivata all’uscita in
modo da risolvere gradualmente, in tempi comunque rapidi, il problema esuberi.
A
domanda precisa Italtel ha confermato che al momento non è ancora pronto il
Piano Industriale (andrà in parte modificato visto quanto avvenuto in PSC),
Piano che dovrebbe essere presentato nelle prossime tre / quattro settimane.
Come
commentare una proposta simile?
Una richiesta di CIGS così come
avanzata è irricevibile!
Si
chiede ai lavoratori Italtel di subire i soliti, consueti, “inevitabili” tagli
della retribuzione senza che allo stato attuale l’Azienda abbia detto cosa
intenda fare per i prossimi anni. Una cassa sulla fiducia: ti sacrifichi ora e
ti dirò in seguito quale sarà il tuo destino.
Come
Sindacato abbiamo fatto presente a Italtel che in primis deve coinvolgere
sindacato e lavoratori nella definizione del Piano, chiarendo nei dettagli
quali saranno le attività, i prodotti, i servizi, i mercati sui quali Italtel vuole
puntare.
A
valle di questo si potrà discutere di livelli occupazionali, tenendo però conto
che:
· Italtel,
lo dice HR stessa, ha subito una fuoriuscita considerevole di personale negli
ultimi tempi, la maggior parte con alte qualifiche professionali oltre a figure
che la stessa Azienda riteneva in esubero (logica impone che queste vadano a decrementare
il numero di esuberi dichiarato)
· Un uso
pesante della CIGS va rifiutato perché otterrebbe l’effetto d’incentivare le
uscite di altri dipendenti verso aziende concorrenti la nostra
· Gli
ultimi 12 anni hanno visto Italtel ricorrere in continuazione ad ammortizzatori
per far fronte agli esuberi. Risultato? Personale più che dimezzato al pari del
fatturato e azienda ripetutamente in crisi. È mai accettabile che la stessa
indigeribile ricetta venga proposta anche a questo giro, quando Italtel post Concordato
è un’azienda che, pur non navigando nell’oro, è finanziariamente in una
condizione sostenibile?
Serve
un uso degli ammortizzatori sociali leggero accompagnato da un accordo per
esodi incentivati e a un impegno da parte Italtel per ricollocare (dopo
eventuale re-skilling) le persone valide che lavorano in azienda e che talvolta
sono sottoutilizzate. La causa del sottoutilizzo è dovuta, almeno in parte, a un’organizzazione
aziendale incompleta, dove l’irrigidimento delle tre BU è ostacolo all’utilizzo
trasversale e allo spostamento delle persone, visto non come opportunità di
sinergia a livello aziendale, ma di mero aumento dei costi. Alla faccia dell’efficienza!
Ricollocazione
dei dipendenti attuali e assunzioni di personale giovane con skill adeguati ai
nuovi trend che Italtel dichiara (a parole per ora, mancando un Piano
Industriale nero su bianco) di voler perseguire.
Al
MiSE abbiamo fatto presente che l’ingresso di PSC in Italtel non era volto al
solo salvataggio di quest’ultima, ma si inquadrava in un contesto più ampio,
con PSC come perno centrale di un Polo Nazionale dell’Impiantistica.
Il
Governo deve dare risposte chiare in merito, tanto più che Cassa Depositi e
Prestiti solo sei mesi fa, dicembre 2021, ha concesso un finanziamento di circa
40 milioni di euro a PSC. Che fine hanno fatto questi soldi? Il MiSE intende
farsi garante della nascita del Polo Nazionale con investimenti che vadano a vantaggio
dell’infrastruttura di TLC italiana e salvaguardino le aziende che se ne devono
occupare?
Il
Ministero ha promesso che a breve verranno riconvocate le parti per una
discussione che tenga conto non solo di PSC e Italtel ma in generale del mondo
delle TLC italiano.
Le
Regioni Lombardia, Lazio e Sicilia si sono dette disponibili per sostenere
Italtel, garantendo eventuali ammortizzatori sociali, a fronte della
presentazione del Piano Industriale da parte dell’Azienda (la regione Sicilia
per esempio dovrebbe coinvolgere Italtel nel piano Smartcom).
In
tutto questo, dulcis in fundo, segnaliamo la non partecipazione all’incontro
istituzionale del neo AD Italtel.
Per discutere della situazione, di cosa
fare, per avere un parere da parte dei colleghi è indetta un’assemblea
unitaria, dei tre siti di Milano, Roma e Carini, per martedì 28 giugno alle 16,
con la presenza dei Segretari Nazionali di FIM-FIOM-UILM.
Invieremo
a breve il link per potersi collegare.
FIM – FIOM – UILM Nazionali
Coordinamento RSU Italtel
27 giugno 2022